Una vita da educatrice

Una vita da educatrice

Circa 30 anni fa entravo dal cancello di via Terruggia 22 al Centro Cardinale Colombo per la prima volta. Arrivavo dal mondo della scuola come insegnante di sostegno, giovane donna con un bambino piccolo. Ora sono nonna, educatrice formata, prossima alla pensione.

Questa professione ha in sé tante richieste, tante istanze, ma quella che più ha circoscritto ogni mattina il mio ingresso da quel cancello è l’essermi sempre sentita sollecitata ad una precisa responsabilità: prendermi cura per avere cura. Cura di ogni ragazzo e ragazza affidati a me dalle loro famiglie e dal Cielo. Nel Vangelo si legge: “fate quello che vorreste fosse fatto a voi”. La cura, avere cura, essere sollecita, con la preoccupazione che chi mi era affidato potesse stare bene, di questo mi sono sempre sentita responsabile. La responsabilità di una attenzione amorevole.

Ancora adesso nel trascorrere degli anni per me è cosa mirabile che da questa attenzione ricercata si continui ad aprire la possibilità di un incontro, tanti incontri. L’altro che ti è affidato, del quale te ne sei preso cura in tutti i sensi, in tutte le sue sfaccettature e richieste, può riconoscerti come cosa buona per sé. Così mi è stato donato di poter incontrare Anna, Daniela, Toni, Diego, Carla, Sebastiano e tanti altri e fare con loro un pezzo di cammino, di storia condivisa.

Guardando con gli occhi del cuore, ascoltando con tenerezza e rispetto, servendo l’altro in tutte le sue necessità, l’incontro porta in sé una fecondità.

I miei genitori mi hanno educato a riconoscere in ogni cosa e in ogni dove la Bellezza ed, anche in via Terruggia, l’ho ricercata ogni giorno. Mi sono adoperata per tenere alto il livello di questa ricerca per tutti i ragazzi, la ricerca della Bellezza attorno a loro e nelle loro vite. Ma la cosa più mirabile in tutto questo? Che da questi incontri anche la mia vita è stata curata.

Grazie alle ragazze e ai ragazzi, ormai diventati donne e uomini, perché ognuno di voi ha avuto ed ha per me il dono infinito di avere un cuore capace di comprendere ed accogliere tutto. Grazie alla vita, al Cielo: i miei occhi sono sempre rivolti lassù.