Per crescere un bambino servono più villaggi

Per crescere un bambino servono più villaggi

Il Centro Panduji di Rho, gestito in co-progettazione con Sercop, Azienda Speciale dei Comuni del Rhodense, accoglie oltre trenta minori con disabilità di età compresa tra i 4 e i 18 anni. Negli anni in cui le fragilità non sono riconducibili all’utenza tipica del sistema sociosanitario, il Panduji offre un sostegno educativo e post-scolastico per cittadini che vivono spesso una fragilità nel contesto familiare e scolastico.

Una utenza così multiforme – fasce di età, precocità delle problematiche, provvisorietà delle diagnosi, differenti necessità di sostegno, presenza statisticamente significativa di disturbi dello spettro autistico, compresenza della scuola e di impegni terapeutici,… – è difficilmente riconducibile a una risposta educativa standardizzata. L’orario di frequenza di ogni utente è definito nel progetto personalizzato in un part-time che tenga conto delle effettive esigenze e della concomitanza di altri impegni.

Il triennio 2020-2022 ha visto il servizio attraversare il periodo caratterizzato dalla pandemia: abbiamo avuto modo di osservare che, a causa delle misure imposte per prevenirne la diffusione, c’è stata una crescita esponenziale di richieste di presa in carico. Siamo passati dai 17 utenti del 2020 ai 32 attuali. Accanto a questo dato quantitativo è evidente come emerga con altrettanta urgenza la necessità di offrire la miglior presa in carico possibile. Ci siamo resi conto che è necessario implementare il modello di risposta rendendolo più adeguato alla necessità di integrare la complessità dei fattori in gioco.

Il progetto “Per crescere un bambino servono più villaggi” realizzato con il contributo dell’8×1000 Chiesa Valdese sta diventando l’occasione per 16 minori con disabilità e le loro famiglie, residenti prioritariamente nel distretto del Rhodense, di sperimentare una presa in carico globale. In sintesi sono tre le aree di intervento che, all’interno della relazione di aiuto, abbiamo individuato come oggetto di intervento per il sostegno al benessere generale dei minori:
– psicologi sono coinvolti nell’osservazione e valutazione attraverso il monitoraggio di item psicologici dello stato di benessere del bambino o della sua famiglia per redigere un profilo neuropsicologico. Accompagnano l’equipe nelle prese in carico con la loro supervisione e effettuato colloqui di approfondimento e restituzione con le famiglie integrando il lavoro educativo;
– accompagnamento, sostegno e orientamento delle famiglie: offriamo uno spazio di ascolto educativo da parte del personale così che la famiglia non sia lasciata sola a sostenere il carico di una relazione quotidiana impegnativa. Ascolto, supporto e orientamento sono alcune delle funzioni che il lavoro con le famiglie richiede: un accompagnamento che, attraverso contatti periodici, mira a intercettare eventuali problemi, revisionare il progetto e accompagnare nelle restituzioni degli incontri di rete. Inviteremo il gruppo famiglie a eventi che siano una possibilità di conoscenza, convivialità o condivisione di tematiche comuni, per sostenere il complesso compito di essere genitori. Se non emerge e non viene accolta traducendosi in una azione, la sofferenza spesso rimane sottesa e non sostiene la progettualità del figlio.
– condivisione, affiancamento e progettazione comune con la rete dei servizi sociali, la neuropsichiatria, la scuola. E’ necessario continuare e consolidare la prassi avviata di prevedere un contesto di collaborazione stabile che permetta di realizzare un luogo di riflessione e nello stesso tempo di valutazione e correzione, come condizione essenziale per il buon funzionamento degli interventi.

Questo lavoro ci vede da una parte cogliere la sempre maggior richiesta di aiuto, di condivisione, di collaborazione provenire da questi ambiti e dall’altra constatare l’importanza e gli evidenti riscontri positivi che confermano il lavoro di rete. La cura educativa richiede uno sguardo che non può essere ridotto nei confini dell’attività del Centro. Le relazioni collaborative con le loro famiglie, con le scuole frequentate, con i servizi sociali e sanitari, sono fondamentali per lavorare insieme con linee di indirizzo e obiettivi condivisi.

Progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese