Alla scoperta di Villa Panza
La mostra si chiama Aisthesi, “All’origine delle sensazioni”: al suo interno sono esposti i quadri di Robert Irwin, celebre artista canadese e James Turrel, pioniere dell’arte ambientale.
Aisthesis non è una mostra da vedere, ma da sentire, un’esperienza percettiva unica, dove i confini dello spazio e della luce si confondono e si annullano.
La mostra comprende 19 lavori: proiezioni, installazioni e ambienti sensoriali; le opere creano una visione ottica ed ognuno di noi, nel guardarle, ha provato sensazioni differenti. Nella prima stanza c’erano sei quadri in cui erano raffigurate forme geometriche che cambiavano a seconda di come ci si muove. Un’altra cosa che ci ha colpito è stato che le stanze erano tutte di differenti colori, gialle, verdi, rosse, molto grandi con appesi al muro neon a led che formavano figure geometriche. La cosa più impressionante è che a seconda dei cambiamenti di colori parti del nostro corpo sparivano o si accentuavano, ad esempio nella stanza rosso scuro non si vedevano le labbra, nella stanza rosso chiaro sembrava che fossimo degli zombi con grandi occhiaie, nella viola sembravamo abbronzantissimi.
Altre stanze a seconda del tempo passato al loro interno cambiavano di colore: la rossa scura dopo un po’ diventava rosa chiaro.
Abbiamo anche preso parte ad un esperimento: la guida ci ha fatto camminare in una stanza che a seconda della direzione in cui si camminava sembrava diventare più grande o più piccola. La cosa più bella della mostra era che ognuno poteva esprimere le proprie sensazioni ed a volte erano tutte differenti, ad esempio Vito ha detto che in fondo a un corridoio dove c’era un “buco” di colore nero contornato da led, ha visto una televisione. In un’altra stanza c’erano dei quadri fatti con la Mica, un minerale che si trova in natura, che a seconda del punto da cui li si guardava cambiavano di colore, ad esempio dal color grigio al color oro.
L’ultima stanza stimolava le sensazioni uditive: siamo rimasti 6 minuti al buio e dovevamo attendere di sentire un suono che da molto basso sarebbe diventato molto alto; questa stanza è stata soprannominata “la stanza meditativa”. Quando ci hanno chiesto qual è stata la nostra sensazione abbiamo riposto che ci sembrava di stare in guerra con le sirene che servivano ad avvisare dell’arrivo delle bombe. Siamo rimasti molto colpiti, infatti il giorno dopo Felice e Moira hanno raccontato ai loro compagni la bellezza della mostra portando anche i volantini per leggerli tutti insieme. (Cdd di Vanzago)